Ma non solo. Si compongono, infatti, di tutti quei co-fattori essenziali affinché la vitamina D possa agire in maniera davvero efficace all’interno del nostro organismo.
La vitamina D è una vitamina liposolubile che viene rilasciata nel nostro organismo quando serve e si accumula naturalmente nel fegato. Più che come una vitamina, funziona come un ormone, l’ormone più potente del corpo umano.
È fondamentale sapere che la vitamina D opera nel nostro corpo in presenza di alcuni componenti necessari per esprimere la sua azione.
Questi componenti si chiamano co-fattori della vitamina D e sono i seguenti:
Per avvalerci di tutti i benefici della vitamina D abbiamo bisogno, dunque, anche di quantità sufficienti dei suoi co-fattori.
La vitamina D viene sintetizzata a partire dal 7-deidrocolesterolo direttamente dalle cellule della cute in seguito all’esposizione ai raggi UVB mentre solo in piccola parte (20%) può essere assorbita attraverso la dieta (le fonti migliori sono il tuorlo d’uovo, il pesce, il fegato e il burro).
Sia la vitamina D sintetizzata dalla pelle (D3), sia quella che introduciamo attraverso l’alimentazione (D2), sono biologicamente non attive e per esercitare la loro funzione vengono attivate da specifici enzimi appartenenti alla famiglia dei citocromi. Questo processo avviene prima nel fegato, poi nei reni e porta alla formazione di calcitriolo che è la forma attiva della vitamina D.
Esistono sicuramente diverse tipologie di azioni che si possono fare per migliorare e preservare il proprio stato salute, buone abitudini che in fondo, conosciamo tutti: fare sport, mangiare in modo sano, mantenere un peso corporeo ideale, idratare correttamente l’organismo, dormire bene, non farsi sopraffare dallo stress.
Recentemente, però, a questi fattori, già ampiamente conosciuti e dibattuti se n’è aggiunto un altro non meno importante: la vitamina D.
Migliaia di studi scientifici negli ultimi anni hanno proclamato l’importanza della Vitamina D non solo sul fronte della salute in generale, ma anche sul fronte delle malattie croniche, degenerative e oncologiche.
La vitamina D:
Gli studi scientifici condotti sino ad ora sembrerebbero suggerire che un adeguato livello di vitamina D nell’organismo potrebbe prevenire l’insorgenza e il decorso di numerosi processi e patologie degenerative quali: malattie autoimmuni, epatite, sclerosi multipla, asma e infezioni respiratorie, malattie intestinali, malattie cardiovascolari, disturbi neuro-psichiatrici.
I dati accumulati in letteratura, suggeriscono che il giusto apporto di vitamina D: può prevenire lo sviluppo di alcune forme tumorali, può rallentare la progressione di alcune tipologie di tumore, può ridurre gli effetti collaterali delle terapie oncologiche e può costituire un valido aiuto nel post trattamento radio-chemioterapico per la ripresa dell’organismo.
Un gruppo di ricerca dell’Ospedale Civico di Palermo, coordinato dal professor Salvatore Corrao ha dimostrato l’efficacia antinfiammatoria di integratori contenenti Vitamina D, C, melatonina e zinco nella cura del Covid-19. Tale ricerca ha dimostrato che l’integrazione di questi componenti può non solo contenere la gravità della malattia, ma anche prevenirla.
Quali siano i livelli ideali di vitamina D per il benessere dell’organismo umano è un tema ancora molto dibattuto dalla comunità scientifica. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato nel settembre 2011 da Robert Heaney, abbiamo bisogno di livelli superiori a 48ng/ml per ridurre l’incidenza delle malattie croniche. Sempre secondo Heaney il limite è di 90ng/ml, mentre la tossicità si registra per livelli uguali o superiori ai 200ng/ml. L’ideale, dunque, sarebbe un livello di vitamina D che oscilla tra 60-80ng/ml.